A cake full of little hearts for my nephew Alessandro (and his Mom)

Ci siamo, domani l’Epifania tutte le feste porta via, e anche il mio periodo a casa in maternità.
Ricordo con chiarezza di aver scritto su Facebook, appena prima di spegnere il PC l’ultimo giorno di lavoro: “ma sta accadendo davvero?”: Mi sembra passato un secolo. Mi sembra di essere stata in un’altra galassia. Mi sembra di essere un’altra persona.
Sì, è accaduto; sono successe tante cose grosse, cose che non pensavo di poter superare, che non sapevo di dover affrontare, che mi hanno fatto provare energie e sentimenti che non conoscevo. E oggi sono qua, davanti ad un’altra porta da aprire… Sono preoccupata di non riuscire a trovare tempo per fare tutto quello che vorrei. Di togliere attenzione a Michele e a Giorgio. Sono ansiosa di trovare un equilibrio che mi costerà fatica e che durerà pochissimo… perchè la vita è così, in continua evoluzione… e vedere crescere sotto i propri occhi un bimbo in pochi mesi è la dimostrazione che se non si cambia non si va da nessuna parte. E io sono un po’ cambiata… dove andrò?
So che per stare tranquilla domani sistemerò tutto in fila, in modo maniacale: i miei vestiti, quelli di Michele, le cose per la pappa, i suoi giochi preferiti; organizzare le cose alla vigilia dei cambiamenti mi fa sentire sicura. Solo per qualche giorno, poi sono certa che caccerò tutto l’occorrente per la giornata in una borsa e chissà cosa mi dimenticherò.
Se la mia storia fosse scritta in un libro, questi mesi a casa sarebbero in grassetto. Perchè sono stati densi. Ho scavato nella densità, ho scremato tutte le sensazioni e due sono le cose che conserverò gelosamente nel più profondo del cuore:
- la luce del mattino che illumina la tua fossetta tra il collo e la nuca, mentre tu, sazio di latte e curioso della vita, mi fai compagnia durante la colazione.
- la forza di volontà che quel sabato sera di luglio ci ha portati in Città Alta, una pizza al trancio per me, latte sulle Mura per te, un fiore tra i capelli per farmi bella e il tramonto ai nostri piedi.